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Se lavoriamo bene e con cognizione, in poche settimane potremmo avere il nostro angolo d’acqua a far bella mostra di sé e a regalarci tante emozioni. Mettiamoci dunque subito al lavoro.

1. DEFINIRE LA FORMA

Il primo passo da compiere è quello di copiare, nel sito scelto per il laghetto, il disegno già realizzato sulla carta: un tubo in gomma o una corda fissata con paletti di legno serviranno a delimitare l’area di scavo, necessaria sia se abbiamo scelto di interrare una scocca preformata sia se vogliamo invece servirci di un telo grazie al quale potremo dare noi stessi all’invaso la forma preferita.

2. LO SCAVO

Conviene procedere dal centro verso la periferia. La profondità dev’essere leggermente maggiore di quella prevista per l’invaso, in modo da consentire di inserire alla base uno strato di sabbia. Nel caso della scocca bisogna prevedere della sabbia anche tutto intorno, scavando quanto basta per poter comodamente mettere a dimora il laghetto preformato.

3. FARE PULIZIA

A fine scavo, raggiunti la forma e la profondità desiderati, sarà necessario dedicarsi a una indispensabile rifinitura, eliminando manualmente (basteranno un po’ di pazienza e di attenzione) sassi e rami appuntiti o spigolosi. Poi si dovrà stendere sul fondo lo strato di sabbia fine cui abbiamo fatto cenno: basteranno 4-5 cm ben livellati, per consentire alla scocca di adagiarsi in orizzontale o per tutelare l’eventuale telo da possibili tagli e forature.

laghetto zampotta

4. IL TELO

Sul telo occorre spendere qualche parola in più. Sarà in primo luogo necessario calcolare quanto ce ne serve: dobbiamo prendere come base lunghezza e larghezza del laghetto, aggiungere il doppio della profondità massima più 15 cm di margine su ciascun lato. Un esempio concreto: per realizzare un laghetto da 2×1 m profondo al massimo 60 cm ci servirà un telo di 3,5 m (200+120+30 cm) per 2,5 m (100+120+30 cm). Dovremo metterlo a dimora seguendo la forma della buca che abbiamo predisposto usando grosse pietre prive di asperità per tenerlo fermo là dove serve.

5. L’ATTREZZATURA TECNICA

Prima di procedere, in questa fase dovremo verificare che tutto sia a posto: se abbiamo previsto un filtro, che ogni parte dell’impianto sia stata realizzata come da progetto; se c’è una presa di corrente nei pressi dell’invaso, che l’impianto elettrico sia a norma e sicuro; se c’è un troppo-pieno, che funzioni effettivamente verificandolo anticipatamente con metro e livella…

6. L’ARRIVO DELL’ACQUA

A questo punto possiamo avviare l’opera di riempimento. Nessun particolare problema nel caso della scocca, qualche attenzione in più se stiamo usando un telo. In questa seconda ipotesi l’acqua va versata lentamente muovendosi intorno allo scavo per tirare di volta in volta i lembi del telo stesso in modo da eliminare pieghe antiestetiche e foriere di futuri danni. Potremo aiutarci con i soliti sassi lisci e pesanti (vanno bene anche dei mattoni) per fermare i tratti già sistemati. L’obiettivo finale è ottenere un telo perfettamente adagiato nella fossa che avevamo scavato, ben fermato da pesi tutto intorno e privo di grinze.

laghetto zampotta

7. UNA PAUSA

Abbiamo sistemato il laghetto e lo abbiamo riempito. Meritiamo senz’altro una pausa: è opportuno infatti fermarsi almeno una settimana in attesa che il tutto si stabilizzi. Se abbiamo lavorato bene non accadrà nulla; in caso di errori la scocca sotto il peso dell’acqua potrebbe inclinarsi su un lato o il telo potrebbe abbassarsi in qualche punto. Di solito non accade, ma in ogni caso è meglio essere prudenti: in questa fase è ancora relativamente semplice rimediare, più in là con i lavori sarà molto più complesso.

8. PENSARE ALL’ESTETICA

A questo punto dovremo cominciare a guardare all’invaso con gli occhi dell’esteta: tagliamo le parti di telo in eccesso, copriamo i bordi del laghetto con una serie di pietre piatte, e così via. Deve guidarci il nostro senso estetico e nient’altro: non entriamo quindi nei dettagli. Ognuno faccia quel che preferisce.

laghetto zampotta

9. LE PIANTE

Tra una cosa e l’altra sono trascorsi un po’ di giorni (almeno una settimana, abbiamo detto) ed è ora di completare l’opera. Possiamo mettere a dimora le piante. Per quelle di contorno dovremo comportarci come per qualsiasi altra pianta da giardino, ovviamente. Quelle sommerse o semisommerse in acqua conviene sistemarle in un apposito contenitore. Si possono usare vasi in plastica o, meglio, in coccio. La scelta migliore, lo dimostra ormai l’esperienza di centinaia di appassionati, è quella di sistemarli nei cestelli traforati che diverse aziende del settore hanno in vendita di varie forme e dimensioni proprio per la vegetazione sommersa. Un po’ alla volta e nel giro di qualche giorno avremo uno splendido risultato.

10. I PESCI

Tutto pronto. L’importante ora è non lasciarsi travolgere dalla fretta. È la pazienza il segreto per avere successo: con il laghetto completato, le piante messe a dimora e gli eventuali impianti tecnici (filtro e pompe di movimento) in funzione, potremmo inserire subito i pesci ma se lo facciamo dopo un’ulteriore settimana avremo certamente migliori garanzie di successo. Anche in questo caso è consigliabile un’introduzione graduale, nell’arco di qualche giorno. Il numero dei pesci da inserire va ovviamente calcolato in base alla capienza dell’invaso, tenendo conto della taglia massima e non di quella al momento dell’acquisto. Un buon consiglio è prevedere un individuo ogni 30 litri d’acqua nel caso dei pesci rossi o di altre specie di taglia analoga; uno ogni 50 litri per le koi o per le carpe nostrane. Di solito si tende a eccedere e a metterne di più, ma conviene invece tenersi stretti nei numeri anche per lasciare spazio agli avannotti che inevitabilmente nasceranno. E sarà per qualsiasi appassionato una grandissima soddisfazione. (Autore: Luciano Di Tizio)

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