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rettili e anfibi

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“Anfibio” è una parola di derivazione greca, composta da Amphi da entrambe le parti e Bios vita. Nel nome è dunque riepilogata la peculiare caratteristica di questa classe zoologica, la capacità (ma anche la necessità) di condurre una vita a metà, in perenne equilibrio tra il mondo sommerso e quello emerso.

Gli ofidi (serpenti) sono predatori, pertanto necessitano di una dieta a base di proteine di origine animale e di regole precise in quanto ad alimentazione. Ogni specie animale ha le sue esigenze in fatto di alimentazione. Anche i rettili non fanno differenza: se guardiamo all’interno dei grandi gruppi di sauri e cheloni troveremo infatti che esistono specie carnivore, specie erbivore (o vegetariane) e specie onnivore. Gli ofidi, invece, sono tutti quanti carnivori e predatori, con piccole differenze determinate dall’ambiente in cui vivono, pertanto chi acquista un serpente come animale da compagnia dovrà mettere in conto da subito che la sua sopravvivenza richiederà il sacrificio di altre vite.

Gli anfibi sono i primi vertebrati ad aver colonizzato l’ambiente terrestre del nostro pianeta. Se sono riusciti a sopravvivere sino a oggi, superando indenni le almeno cinque estinzioni di massa che si sono succedute nella storia della vita sulla terra, è perché hanno saputo sviluppare una notevole serie di adattamenti metabolici e comportamentali. Il “segreto” sta nella biodiversità di specie che ha permesso loro di occupare una grande varietà di nicchie ecologiche.

La testuggine leopardo è una delle più grandi in assoluto tra i cheloni con abitudini terricole. Secondo alcuni autori in un’ipotetica classifica sarebbe al quarto posto, grazie a una lunghezza media del carapace di ben 45 cm (30 e 70 cm sono invece i limiti minimo e massimo nella taglia degli adulti) e con un peso medio di 13-18 kg (record 40 kg, secondo alcuni addirittura 50 kg). La sua denominazione scientifica è Stigmochelys pardalis (Bell, 1828) ed è diffusa in Africa in una vasta area che va dall’Etiopia al Sudafrica, dal livello del mare sino a oltre 2.000 m di altitudine, soprattutto in habitat secchi o di savana a temperatura diurna elevata. Sembrano siano invece mal tollerati ambienti umidi e freddi, anche se alcuni individui sono stati osservati in zone a clima relativamente piovoso.