Prodac, produttore italiano specializzato in acquariologia, ha rilevato nel mese di ottobre lo storico marchio Ottavi, presente sul mercato dal 1978, con una linea completa di prodotti per acquari e rettili. Il marchio Ottavi è per i professionisti sinonimo di qualità e affidabilità garantiti da anni di esperienza e serietà professionale. L’acquisizione consentirà a Prodac di servire più clienti e offrire, a partire dal 2020, un nuovo pacchetto di prodotti per l’acquariologia professionale in aggiunta allo storico marchio Prodac già distribuito in 50 Paesi del mondo.
I Toxotidi, meglio conosciuti come “pesci arciere” per l’abilità con cui riescono a centrare fino a un metro e mezzo d’altezza insetti e altri piccoli invertebrati utilizzando un getto d’acqua espulso dalla bocca, sono ricercati in acquariofilia come tipici ospiti della vasca salmastra, ma anche di quella d’acqua dolce…
Tutti sanno che la biodiversità è un valore positivo delle comunità naturali. Ma come mai questo concetto è poco applicato in acquariofilia?
Se lavoriamo bene e con cognizione, in poche settimane potremmo avere il nostro angolo d’acqua a far bella mostra di sé e a regalarci tante emozioni. Mettiamoci dunque subito al lavoro.
Vi presentiamo con questo articolo alcune interessanti “chicche” d’acqua dolce che affascineranno sicuramente anche gli acquariofili più esigenti.
Queste graziose pianticelle si raccomandano per la loro estrema versatilità: si possono coltivare nell’acquario come nel paludario e perfino nel laghetto all’aperto, ideali per il primo piano come per il centro vasca. Inoltre con le loro graziose foglie “a ombrello” possono ricoprire la superficie fungendo quindi da piante galleggianti.
Gli squali sono più antichi dei dinosauri, ai quali sono sopravvissuti di almeno 100 milioni di anni. I più adatti per l’acquario sono gli squaletti bentonici delle scogliere rocciose e coralline, cugini dei nostri gattucci
conseguenza, molti processi importanti per la vita. Ciò nonostante alcuni appassionati quando ne sentono parlare strabuzzano letteralmente gli occhi, come a scuola di fronte alle più complesse spiegazioni di chimica. Sappiate comunque che anche la scienza ha avuto non poche difficoltà a spiegare quella che è una delle proprietà fondamentali dell’acqua. O meglio: si sa bene e da tempo come misurare l’acidità di una soluzione acquosa, che cosa comporti e persino come correggerla, ma che cosa la determini è rimasto a lungo un mistero. Una convincente spiegazione è arrivata soltanto all’inizio di questo millennio da un gruppo di scienziati delle Università della California e di Rochester che, con una dettagliata simulazione ottenuta grazie a un supercalcolatore, hanno chiarito come, per una particolare scissione molecolare (praticamente impossibile da osservare in natura), capiti che alcune molecole perdano un protone. Il numero dei protoni liberi determina appunto l’acidità dell’acqua e il suo comportamento quando viene a contatto con altre sostanze.