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E anche questa volta siamo arrivati, insieme a voi, all’inizio di un nuovo anno! Come lo affrontiamo? Con la stanchezza per un altro anno che è passato? O piuttosto con il sano entusiasmo che è voglia di novità e di nuovi inizi? Lasciandoci sorprendere dalle cose da fare e da realizzare? I buoni propositi si sprecano sempre. Ma qual è il modo per iniziare con il piede giusto un nuovo calendario, per trasformare il 2016 in un anno pieno di opportunità?
Vorremmo suggerirvi di partire da un primo aspetto importante, l’ottimismo. Non per illuderci, ma per osservare la realtà. Perché l’ottimismo dà sempre la forza di fare quel che tutti gli altri penseranno impossibile. Perché ottimismo significa imparare a trovare aspetti positivi e soluzioni ai problemi. Non si tratta di pensare che tutto va bene, si tratta di capire che si può sempre fare qualcosa. Pensiamo all’esempio del bicchiere mezzo pieno. Il pessimista lo vede mezzo vuoto e pensa e si lamenta che l’acqua non è sufficiente. L’ottimista sa che c’è mezzo bicchiere d’acqua, lo beve e va a cercare la fonte da cui è stato riempito. Secondo gli scienziati, essere ottimisti è fattore di evoluzione proprio perché le aspettative positive aumentano le probabilità di sopravvivenza. Gli ottimisti vivono più a lungo e godono di una salute migliore. I dati sul benessere psicologico e fisico degli ottimisti mostrano che questo atteggiamento mentale, lungi dall’essere cieca fiducia, è capacità di non arrendersi e trovare nuove soluzioni. Ecco quindi perché è così importante un atteggiamento positivo nella vita tanto quanto nel lavoro per arrivare a ottenere risultare vincenti.
Quindi, cari lettori, come ci accingiamo ad affrontare il nuovo anno? Con…. seppur cauto, ottimismo? Siì!!! Facciamo di tutto per creare un ambiente positivo nel quale lavorare gran parte della nostra giornata e cerchiamo di far arrivare questo atteggiamento ottimistico anche ai nostri clienti.
Tutti, e sottolineo tutti, i più grandi esperti di marketing ci insegnano che un atteggiamento ottimista è fondamentale perché il lavoro vada bene e ci porti a risultati concreti. Ricordiamo lo slogan del presidente degli Usa Barak Obama durante la sua campagna elettorale? Il suo motto vincente era Yes, we can. Per riuscire nelle vendite dobbiamo trasmettere positività, essere sicuri delle nostre azioni e, soprattutto, credere in noi stessi: se non lo fai tu perché dovrebbero farlo i tuoi clienti?
Per migliorare le vendite anche l’entusiasmo è una componente fondamentale. Con questo atteggiamento si riesce a dare il massimo, a superare gli ostacoli più grandi che ci separano dall’obiettivo da raggiungere. Perseverando e perseverando. Chi si arrende al primo “no” è destinato a non migliorare, chi insiste prima o poi raggiungerà il suo risultato.
Tutto questo si può fare – anzi, si deve fare – divertendosi. Questo è il segreto per riuscire nel lavoro: divertirsi. La giornata non deve essere un sacrificio in attesa dell’orario di chiusura. Il lavoro deve essere sinonimo di divertimento. È difficile? Si, ma è anche è il segreto per vendere alla grande. E se ci divertiamo non possiamo che diventare simpatici ai nostri clienti. I professionisti della comunicazione ritengono che le persone più simpatiche e attraenti risultato spesso più persuasive. Inoltre, è bene ricordare che l’attrazione può basarsi sulla somiglianza: tendono a piacerci persone che in qualche modo sono simili a noi. Quindi, il negoziante e il suo punto vendita dovrebbero rispecchiare i desideri del cliente, sia per quello che realmente è, sia per quello che crede di essere, o di poter diventare.
Alla fine viene spontaneo chiedersi: ma i nostri animali sono ottimisti o pessimisti di natura? Ecco una ricerca che svela qualcosa di interessante. Lo studio realizzato all’Università di Sydney dalla dottoressa Melissa Starling della Facoltà di Scienze Veterinarie sostiene che anche i migliori amici dell’uomo possono avere una personalità classificabile in ottimistica o pessimistica, proprio come i loro padroni. Ma come si fa a stabilire se un cane è pessimista oppure no? Dipende, come per le persone, da un bicchiere, anzi da una ciotola, mezza piena o mezza vuota. La ricercatrice australiana ha analizzato il comportamento di un gruppo di cani ai quali era stato insegnato ad associare a due distinti suoni due diverse ricompense: in un caso mezza ciotola di latte e nell’altro solo acqua. Dopo essersi assicurata che gli animali avessero ben compreso la differenza tra i richiami musicali e la corrispondenza col tipo di cibo, la Starling ha fatto loro ascoltare altri suoni, osservando le successive reazioni. Alcuni accorrevano comunque, a qualsiasi tipo di tono musicale: gli inguaribili ottimisti, perché si attendevano sempre e comunque qualcosa di buono, anche quando il richiamo somigliava a quello per l’acqua, decisamente meno appetitosa dell’altra ricompensa. Invece altri si sono mostrati indifferenti, non reagendo affatto ai suoni che non conoscevano. In questo caso è emerso un comportamento prudente: i cani in questione erano piuttosto diffidenti e poco stimolati a provare nuove esperienze e affrontare situazioni che non conoscevano, preferendo evitare rischi. Ma anche in questo troviamo una somiglianza con quanto succede per le persone. I cani “ottimisti”, indipendentemente dalla razza, più tenaci e sprezzanti del pericolo, sono più adatti a essere impiegati in unità cinofile di polizia, ma non sono adatti, per esempio, come cani guida per i non vedenti: in un eccesso di ottimismo potrebbero lanciarsi in strada col semaforo rosso o non valutare adeguatamente i rischi. Molto meglio, in questi casi, i più cauti “pessimisti”. Insomma, come le persone, anche i cani hanno un’innata visione positiva o negativa di ciò che li circonda. Pensiamoci.
Buon anno!

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