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Ti sarà senz’altro capitato di essere un po’ deluso dal fatto che il tuo cane non sopporta i suoi simili, costringendoti a tristi passeggiate in solitaria. Ecco alcuni utili consigli.

“Fallo socializzare”

Spesso, la colpa è proprio tua: la socializzazione nei rapporti di un cane con i suoi simili è fondamentale. Il cane è un animale sociale, cioè appartiene a una specie che vive in gruppo coi suoi simili e costruisce relazioni personali stabili, utili a garantire l’organizzazione e la sopravvivenza non solo del gruppo stesso, ma anche della specie a cui appartiene. La socializzazione primaria, cioè la conoscenza dei propri simili, è necessaria perché un cane non li tema, comunichi con loro in modo corretto e riduca al minimo i conflitti.

Se il cane è giovane c’è ancora tempo per rimediare: il periodo più importante per la socializzazione è quando il cucciolo ha dalle 8 alle 12 settimane, le esperienze che vive in questa fase rimarranno impresse per tutta la vita. Se quelle che farà con gli altri cani saranno più negative che positive, lo turberanno o lo spaventeranno, difficilmente in futuro avrà un bel rapporto coi suoi simili.

“Capisco che debba finire i vaccini ma…”

Quando si adotta un cucciolo, in genere il veterinario sconsiglia di farlo uscire finché non avrà completato la profilassi vaccinale. Peccato che questo periodo corrisponda proprio a quello dell’imprinting del cane e questo isolamento potrebbe renderlo asociale. Come risolvere il problema? Una buona soluzione è fare qualche attività in casa, evitando di tenerlo sempre in braccio e facendo in modo che interagisca con più persone. Un’ottima soluzione è quella di far venire in casa qualche amico o famigliare che abbia un cane, ovviamente vaccinato e non aggressivo, in modo che il piccolo cominci a socializzare con qualche suo simile.

“Di che razza è?”

Ci sono razze (o incroci/meticci di razza) che per il tipo di lavoro per cui sono state create in origine, sono portate a stare in gruppo e altre che sono state create per lavorare in autonomia, basti pensare alle mute di cani da caccia: un segugio o un beagle, ad esempio, dovrebbero dare meno problemi nei rapporti con un altro cane rispetto a un cane selezionato per la guardia e la difesa.

Questo sempre in linea di massima, perché anche cani di razze create addirittura per combattere coi loro simili, se socializzate bene, possono andare d’accordo con gli altri cani, ci può essere una grande variabilità caratteriale anche in una stessa razza, persino nella stessa cucciolata.

“La taglia non c’entra niente”

No, ribadiscilo chiaro e forte: non è una questione di taglia, ma di socializzazione, di razza e di educazione.

Sicuramente, in caso di liti pesanti, se fra i cani c’è una grande differenza di taglia, può essere molto pericoloso per il cane più piccolo, che può riportare ferite anche mortali.

“Niente improvvisazione”

Il “fai-da-te” è assolutamente sconsigliato: rivolgiti a un educatore cinofilo.

Domandati come ti comporti quando il tuo cane ne incontra un altro: spesso involontariamente chi ha un cane rissoso mette in atto comportamenti sbagliati che rinforzano il cane e peggiorano il problema, come mettere tensione al guinzaglio, sgridare il cane quando ringhia o abbaia contro un altro cane, non permettergli più di interagire con nessun simile.

Potresti anche ricorrere a strumenti come la museruola ricordando che, se un cane rissoso si abitua a portarla, avrà maggiori possibilità di vivere rapporti sociali con i suoi simili senza creare grossi danni.

“Sì, essere dello stesso sesso non aiuta”

Può capitare che l’asocialità riguardi cani dello stesso sesso: la maggior parte dei cani maschi non castrati, se non sono stati socializzati bene, difficilmente andrà d’accordo con altri cani maschi, soprattutto se gli incontri avvengono al guinzaglio, mentre generalmente risultano più tranquilli i rapporti tra cani di sesso opposto.

I maschi castrati invece hanno maggiore probabilità di andare d’accordo con altri maschi o di non essere considerati dai maschi interi possibili rivali e quindi di essere aggrediti nel caso di presenza di femmine in calore.

“Veniamo alle cose da non fare mai”

L’errore più frequente che viene commesso, soprattutto con i cani di piccola taglia, è quello di tenerli sotto la campana di vetro non facendogli fare le esperienze necessarie. Lo stesso errore viene spesso commesso con i cani adottati in canile, soprattutto se con un brutto passato alle spalle, la tendenza è quella di proteggerli troppo.

La cosa migliore per aumentare la socialità è la prevenzione, attraverso una socializzazione corretta (esperienze positive e controllate) nei confronti dell’uomo, dell’ambiente umano e degli altri cani (di taglie e razze diverse). Nel caso di problema comportamentale, il consiglio di rivolgersi al più presto a un educatore cinofilo resta sicuramente il migliore.

“Se rifiuta l’umano, l’esperto è la sola via”

Essendo un animale sociale, il cane si è adattato a vivere bene con l’uomo. Ma non è sempre così: tanti cani cresciuti nei canili, senza poter fare esperienze, finiscono per temere l’uomo, così come cani vissuti da sempre per la strada, come randagi. Questi cani hanno grossi problemi con l’uomo, mentre se la cavano molto bene con i loro simili.

Non è detto che ci sia un passato traumatico alle spalle, spesso il cane, semplicemente, prova paura per ciò che non conosce. Anche in questo caso la cosa migliore è rivolgersi a un esperto che potrà suggerire il percorso di recupero più indicato.

Articolo di Lorena Quarta 

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