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Le piante del genere Aponogeton, una cinquantina di specie, sono – contrariamente alla maggioranza delle specie da acquario – esclusivamente acquatiche, cioè (salvo pochissime eccezioni) non in grado di svilupparsi interamente fuori dall’acqua, da cui sporge solo l’infiorescenza, neppure in ambiente umido.

Sono diffuse in origine nelle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa a sud del Sahara, del Madagascar, del Sud-Est asiatico e dell’Australia. In natura colonizzano stagni, paludi, risaie, piccoli corsi d’acqua a corrente più o meno forte, zone di esondazione dei fiumi e dei laghi. Lo sviluppo in natura è spesso influenzato dall’alternarsi di periodi secchi e piovosi, e/o di periodi caldi e relativamente freddi (fino a 8-10°C). Molte specie colonizzano biotopi temporanei: stagni, acquitrini, fossi e altri piccoli bacini che possono prosciugarsi completamente con l’avanzare della stagione secca. Non essendo in grado di crescere fuori dall’acqua e non rientrando nel novero delle piante annuali, le Aponogeton non hanno altra scelta che… ritirarsi nel guscio, ovvero nel tubero! Ciò spiega perché anche in acquario queste piante si sviluppino all’inizio con vigore stupefacente, per poi deperire inspiegabilmente. Il periodo di riposo è meno marcato nelle specie che vivono sommerse tutto l’anno: tuttavia, anche in queste si osserva periodicamente un rallentamento – se non un arresto – della crescita, che può prolungarsi per qualche mese.

Come sono fatte

Caratteristica principale di queste piante è certamente il rizoma tubulare o ovoidale, impropriamente ma usualmente chiamato “bulbo” (il termine “tubero” sarebbe più corretto). Nel tubero esse immagazzinano sostanze di riserva (proteine, sali minerali, ecc.) durante la fase di crescita. Oltre al tubero, un’altra caratteristica di Aponogeton spp. è costituita dall’infiorescenza, portata da un lungo stelo (70-130 cm e oltre): essa è protetta da una spata, al cui interno si sviluppano una (quasi tutte le specie australiane e asiatiche) o due o più spighe (nella maggioranza delle specie africane e malgasce) su cui sono inseriti i piccoli fiori, sessili e poco vistosi, in genere viola, rosa, giallognoli o bianchi.

Fuori dal periodo di riposo vegetativo, Aponogeton spp. sono piante robuste e vistose, tutt’altro che difficili da coltivare e di sicuro effetto scenico. Tenuto conto della rapidità della loro crescita, nonché della taglia spesso imponente, vanno poste in acquari di capacità medio-grande, a partire dal centinaio di litri netti, con altezza effettiva dell’acqua non inferiore a 40 cm.

Grazie alle riserve nutritive contenute nel tubero, non è necessario piantarle immediatamente su un fondo fertilizzato o fornire fertilizzazione supplementare, va però ricordato che tutte le specie crescono meglio (e soprattutto più a lungo) su un substrato soffice e ben fertilizzato, ricco di argilla; consigliabile anche la somministrazione regolare di CO2.

Quasi tutte le specie preferiscono un pH da neutro a leggermente acido e una durezza piuttosto bassa (entro 3 °dKH e 10-12 °dGH), tuttavia tali valori chimici non sembrano essere così importanti, come del resto non lo è l’illuminazione, viste anche le esigenze piuttosto variabili da specie a specie.

Articolo di Alessandro Mancini

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