Ormai da diversi anni i sauri hanno “prepotentemente” conquistato una notevole fetta nel mercato degli exotic pets. Le specie che possono esse-re reperite in commercio sono davvero molte, estremamente diverse tra loro in quanto a morfologia e area geografica di origine, che ne determina le differenze comportamentali, ambientali e alimentari. Il più delle volte i sauri vengono allevati in teche, ovvero ecosistemi artificiali in miniatura all’interno dei quali deve essere presente tutto ciò di cui necessitano, per soddisfarne benessere e salute. Spetta al proprietario il delicato compito di assolvere a tutti i bisogni di questi animali che, altrimenti, non sono liberi di provvedere da sé a quanto necessario.
L’alimentazione è uno dei punti critici, poiché se il rettile non è correttamente alimentato la sua salute viene minata alla radice in maniera tanto più grave quanto più ci si discosta dalle sue esigenze nutrizionali. Tra le altre cose, purtroppo, non per tutte le specie in commercio sono disponibili dati certi e con- fermati dalla scienza per quel che riguarda le esigenze alimentari, pertanto è ancor più facile commettere errori in buona fede, anche per la carenza sul mercato, in alcuni casi, di alimenti adeguati e completi (comunque, per quanto in buona fede, un errore è sempre un errore, e chi ci va di mezzo è sempre l’animale…).
L’importanza di identificare le specie
La prima domanda che ci dobbiamo porre è: “qual è la specie che abbiamo di fronte?”. In genere a questo interrogativo risponde un semplice cartellino sulla teca o sul contenitore, che indica quale animale sia contenuto al suo interno. È comunque importante che il proprietario o il negoziante, o ancor più il veterinario, sia in grado di “inquadrare” con precisione la specie che si sta trattando, perché una corretta identificazione consente di potersi informare, qualora non lo si avesse ancora fatto, sull’areale di provenienza, sulle condizioni ambientali e sul tipo di alimentazione di cui il soggetto necessita.
I sauri… a tavola
Dal punto di vista alimentare, i sauri possono essere suddivisi in erbivori, onnivori o carnivori: è intuitivo comprendere come siano diverse le esigenze per queste tre categorie alimentari e quanto sia importante inquadrare quella data specie in un gruppo preciso. La “regola della varietà” vale per tutti, ovvero è fondamentale che gli animali possano disporre di una certa varietà di alimenti, in modo da coprire al meglio i propri fabbisogni, esattamente come avviene in natura. L’altra regola generale, quando si parla di sauri, riguarda la necessità di calcio e vitamina D3. Il rapporto minimo tra calcio e fosforo dovrebbe essere di 2:1, ancora meglio se superiore (fino a 5:1 per alcune specie di rettili): non a caso, una delle principali malattie nutrizionali o metaboliche che si presenta nei sauri è la cosiddetta MOM (malattia osseo metabolica), la cui origine è sia alimentare (alimenti poveri in calcio o troppo ricchi in fosforo) che ambientale (mancata esposizione alla luce solare diretta o ai raggi UV artificiali).
Un po’ più rara nei rettili erbivori, in quanto molti alimenti vegetali sono ricchi in calcio, questa malattia si presenta con maggiore frequenza nei sauri carnivori alimentati a larve e insetti da pasto, poiché forniscono un rapporto calcio/fosforo sbilanciato, pertanto si suole “spolverare” le prede con polvere di calcio a scopo di integrazione. Più difficile è invece l’insorgenza di patologie legate alla carenza di calcio in quelle specie carnivore che vengono alimentate con volatili (ad es. pulcini) o piccoli mammiferi (ad es. topolini) che vengono dunque ingeriti con tutte le ossa, molto ricche di questo elemento. La vitamina D3, che viene naturalmente sintetizzata a seguito di esposi- zione ai raggi UVB, è fondamentale per il metabolismo del calcio, per cui bisogna adoperarsi per fornire agli animali il debito appor- to di questo tipo di raggi ultravioletti (lampa- de o luce solare diretta). Al contrario, può essere rischioso integrare la dieta con vitamina D3: bisogna intervenire, in questo caso, con molta cognizione di causa.
Carnivori e insettivori
Gli insetti da pasto, molto utilizzati per i sauri carnivori (ad esempio per Eublepharis macularius), devono possibilmente essere acquistati da rivenditori specializzati o su siti internet di comprovata professionalità. Meglio evitare acquisti presso i più economici negozi di caccia e pesca in quanto gli insetti non sono alle- vati specificamente per uno scopo alimentare.
Gli insetti vanno somministrati in maniera variata, cercando di evitare il monoalimento (ad es. le camole del miele sono molto gradite ma piuttosto grasse, i kaimani e le camole della farina contengono molta chitina, per cui se ingeriti in eccesso possono causare ostruzione gastrica e grilli e locuste, se rimangono vivi a lungo nella teca, possono addirittura mordere il loro predatore).
Possibilmente gli insetti vanno somministrati vivi, poiché questo fatto stimola l’attività predatoria dell’animale e funge da passatempo e arricchimento ambienta- le. Le prede vanno comunque scelte anche in funzione della loro dimensione, poiché un insetto troppo grosso potrebbe essere ingerito con difficoltà dal sauro oppure un insetto troppo veloce potrebbe sfuggire lasciando l’animale a stomaco vuoto. Rettili carnivori di grosse dimensioni (ad es. Tupinambis teguixin) necessitano di prede vive di ben altre dimensioni, dai topini fino ai conigli o ai polli: teniamo presente anche questo aspetto, che non è gradito a tutti, prima di scegliere un rettile da compagnia.
Gli erbivori
Per i sauri erbivori è necessario scegliere le erbe e le verdure con maggiore contenuto in calcio; alcune specie (ad es. Iguna iguana) sono in grado di riconoscere i colori, pertanto sarà necessario variare la dieta anche dal punto di vista cromatico: fiori (ad es. nasturzio e ibisco), frutta, vegetali in foglia, insalate (ad es. romana, scarola e insalate rosse) sono alcune delle possibilità.
Gli onnivori
Alcuni sauri onnivori (ad es. Pogona vitticeps) necessitano di una percentuale, diversa a seconda della specie, di proteina animale e vegetale, con differenze anche notevoli tra il giovane e l’adulto. Fornire a questi animali una dieta prettamente carnivora comporta dunque gravi squilibri nutrizionali. Alcune specie poi, prevalentemente erbivore o carnivore, possono in alcuni casi cercare altri alimenti: per esempio i camaleonti (Chamaeleo calyptratus, Furcifer pardalis, Trioceros spp., ecc.) sono prevalentemente insettivori ma saltuariamente con- sumano vegetali o frutta, i gechi diurni (Phelsuma spp.) sono insettivori ma assumono anche nettare e frutta matura mentre i gechi notturni (Rhacodactylus ciliatus) sono insettivori e nettarivori.
In conclusione, indipendentemente dal sauro che decidiamo di acquistare o gestire, è bene informarsi in maniera corretta sulle abitudini alimentari, spesso molto diverse da specie a specie. (Autori: Cristiano Papeschi e Linda Sartini)