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Uccelli

L’acqua è un elemento necessario a tutti gli esseri viventi e gli uccelli non fanno eccezione. Cambiano però da specie a specie il fabbisogno idrico e la modalità con cui l’acqua viene assunta.
Pochi uccelli riescono infatti a succhiare i liquidi con il becco da una ciotola o da uno specchio d’acqua situati più in basso rispetto al loro capo. Essenzialmente lo possono fare solo colombi e tortore. Altri uccelli assumono invece l’acqua con il becco ma poi hanno bisogno della forza di gravità per ingerirla e farla scivolare dal cavo orofaringeo nell’esofago: raccolgono dunque l’acqua con il becco, poi sollevano il capo piegando il collo un poco all’indietro e in questo modo la deglutiscono. La maggior parte degli uccelli, compresi quelli più comunemente allevati come animali d’affezione, da parco, da mostra o da riproduzione, rientra in quest’ultima categoria. Questi volatili, che comprendono anche pappagalli, canarini, merli indiani ed estrildidi di varie specie, possono bere anche da un beverino a goccia o da uno specchio d’acqua o da una vaschetta, leccando con la lingua come fanno cani e gatti.

Alcuni casi particolari

I colibrì non bevono acqua, ma la assumono nutrendosi del nettare dei fiori. Possiedono infatti una lingua che possono protrudere dal becco mentre si nutrono: quando questa comincia a sporgere fuori dal becco viene compressa e ritorna alla sua forma originale solo dopo che ha raggiunto il fiore e raccolto il nettare che poi scorre verso il cavo orofaringeo seguendo le scanalature presenti sull’organo, che quindi funziona come una piccola “pompa”. Rondini e rondoni bevono mentre volano a pelo d’acqua, immergendo appena il becco. Pochi immaginano poi che i colombi, pur non essendo uccelli acquatici, sono in grado di appoggiarsi momentaneamente sulla superficie di uno specchio d’acqua ferma e di bere, succhiando dal becco. Fanno questo nel caso la superficie dell’acqua non sia raggiungibile direttamente dalla riva o dal bordo di una vasca. I pellicani raccolgono l’acqua piovana nella speciale tasca del loro enorme becco e il pellicano bruno può bere anche l’acqua salata del mare, come la maggior parte delle specie pelagiche, processandola con una desalinizzazione naturale operata dalle cosiddette ghiandole del sale, posizionate in prossimità degli occhi. In questo modo assorbono i liquidi ed eliminano i sali in eccesso attraverso l’urina o direttamente dalle ghiandole del sale e i loro dotti. Infine esistono alcune specie di uccelli che fondamentalmente non bevono acqua, come quelle che abitano i deserti e i rapaci, che ricavano liquidi a sufficienza dal loro nutrimento.

Pappagalli e altri uccelli da gabbia e da Voliera

Il pappagallino ondulato (Melopsittacus undulatus), che in natura vive nelle zone semidesertiche dell’Australia, ha un fabbisogno idrico ridotto rispetto ad altri pappagalli e ciò per l’adattamento all’ambiente originario. In cattività un pappagallino ondulato può sopravvivere anche senz’acqua, se viene alimentato con cibi ricchi di questo elemento come radicchi e insalata, cosa che vale solo per i soggetti in buona salute, perché durante la malattia il fabbisogno idrico tende ad aumentare. In ogni caso è bene lasciare sempre a disposizione dell’acqua anche a questi volatili. Un pappagallino ondulato che non consuma grandi quantità di cibi umidi come verdura e frutta, beve circa dai due ai cinque ml di acqua al giorno. Il fabbisogno aumenta in estate e si riduce durante l’inverno. I soggetti in riproduzione, in particolare le femmine, hanno un fabbisogno idrico maggiore che può superare i livelli citati. L’aumento del fabbisogno è legato a una fisiologica poliuria (aumento della quantità di urina eliminata) e conseguente polidipsia (aumento del consumo di acqua) durante il ciclo riproduttivo ed eventualmente all’imbecco dei giovani nati. Tutte le specie di pappagalli hanno tendenza a bere quantità relativamente ridotte di acqua rispetto a volatili di dimensioni simili. I lori che ricevono alimenti liquidi come sostituti del nettare, assumono acqua specialmente dal loro nutrimento. Canarini e altri fringillidi bevono, rispetto ai pappagallini di dimensioni analoghe, circa il doppio durante la giornata: cinque/dieci ml. Altri passeriformi da gabbia e da voliera si comportano generalmente allo stesso modo. Gli estrildidi hanno fabbisogni idrici ridotti e spesso non bevono più di uno/due ml al giorno.

Pericoli in agguato

Vi sono malattie che provocano poliuria, vomito o diarrea e conseguentemente un aumento del consumo di acqua: bisogna fare molta attenzione a questi casi perché il paziente ha la tendenza a disidratarsi e questa condizione può risultare rapidamente fatale. Diversi agenti patogeni possono provocare questi sintomi: virus, batteri, parassiti e sostanze tossiche come il piombo e lo zinco del quale a volte sono rivestite reti che non andrebbero usate per gli uccelli da gabbia e da voliera. I pappagalli che hanno una naturale tendenza a beccare, anche solo per gioco, tutto ciò con cui vengono a contatto, sono predisposti a questo tipo di problema risolvibile eliminando le reti trattate.

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