Con l’arrivo della bella stagione, potreste trovarvi a dover rispondere alla necessità, accompagnata da un corretto uso, degli antiparassitari esterni: solo pochi sono registrati per l’uso e il “fai-da-te” può causare veri e propri disastri. Inoltre, non dimentichiamolo, gli ectoparassiti possono seguire gli animali a partire dall’allevamento e creare qualche problema anche nell’immediato post-vendita, motivo per il quale gli antiparassitari spesso si rendono fondamentali.
Al di là della conoscenza personale dell’argomento, è sempre importante sottolineare come sia indispensabile l’intervento del veterinario per la salute dei pets, anche nella diagnosi delle malattie parassitarie e nell’indicazione della terapia e dei prodotti destinati alla prevenzione. Precisato questo, andiamo ad approfondire l’argomento.
Quali parassiti esterni possono insidiare il coniglio?
Il coniglio può essere infestato dai parassiti esterni non specie-specifici, come ad esempio la pulce del cane e del gatto (Ctenocephalides spp.), che non disdegna di nutrirsi anche su altri animali dotati di pelliccia, le zecche, che gradiscono il sangue di un po’ tutti i mammiferi incluso l’uomo, l’acaro della rogna (Sarcoptes scabiei), i pappataci (Phlebotomus spp.) o le zanzare (Culex spp., Aedes albopictus, ecc.).
Non parliamo poi degli ectoparassiti dei roditori: non è raro che un coniglio abbia come compagno una cavia o un altro piccolo roditore… molti dei loro parassiti, vista la stretta convivenza e la vicinanza, possono decidere di accasarsi anche sul coniglio.
Esistono poi parassiti più “specializzati” che colpiscono quasi esclusivamente i lagomorfi e solo occasionalmente altre specie animali. È il caso, ad esempio, della pulce Spilopsyllus cuniculi, dell’acaro della rogna auricolare (Psoroptes cuniculi), degli acari Cheyletiella parasitivorax e Leporacarus gibbus o del pidocchio Hamodipsus ventricosus. Consigliamo sempre ai neo-proprietari di far visitare il nuovo acquisto ad un veterinario esperto in esotici… si tratta di un suggerimento sempre utile, anche per la diagnosi e la prevenzione degli ectoparassiti i quali, per essere trattati in maniera efficace, devono prima di tutto essere identificati.
Il coniglietto ha bisogno di un antiparassitario?
Dipende dallo stile di vita dell’animale ed è sempre bene consultarsi con il veterinario prima di prendere decisioni affrettate. In ogni caso, se il coniglio ha accesso al giardino, se viene portato in passeggiata con la pettorina oppure se convive con altri animali di casa che escono all’esterno, una copertura contro pulci e zecche potrebbe essere opportuna.
Consideriamo anche che i parassiti hanno molte risorse e sfruttano diverse vie per giungere nelle nostre case: le uova di pulce, ad esempio, possono essere trasportate perfino dalle suole delle scarpe. Se abbiamo il sospetto che il nostro coniglio sia stato preso di mira da sgraditi ospiti, è bene portarlo a visita dal veterinario, il quale stabilirà il tipo di parassita e la terapia migliore per debellarlo.
Quali prodotti possono essere usati sul coniglio?
Sono presenti in commercio antiparassitari con l’obbligo di prescrizione e il loro uso va indicato esclusivamente dal medico curante; esistono però anche prodotti spot on a base di imidacloprid di libera vendita, senza obbligo di ricetta, registrati per l’uso nel gatto e nel coniglio. Bisogna attenersi alle indicazioni fornite dalla ditta produttrice e riportate nel foglietto illustrativo riguardo le dosi, che variano in base al peso dell’animale: in genere questi farmaci vengono venduti in formati diversi in modo che una singola fialetta sia calibrata per il trattamento di un soggetto che rientra in un certo intervallo di peso.
Vi sono in commercio anche prodotti spray a base di piretroidi e piperonil butossido.
Esiste poi la possibilità di trattare i conigli utilizzando molecole presenti in prodotti e farmaci non formulati per il coniglio: si tratta di un trattamento definito off label (fuori etichetta) che deve essere indicato dal veterinario, in quanto quel tipo di utilizzo, per quanto considerato abbastanza sicuro, comporta comunque dei rischi che devono essere valutati attentamente.
È il caso, ad esempio, della selamectina, dell’ivermectina, del lufenuron, della moxidectina o di loro associazioni.
Per la loro azione repellente, soprattutto verso gli insetti volanti, possono essere utilizzati anche estratti di origine vegetale, come ad esempio il Neem.
Vietatissimi invece gli antiparassitari a base di fipronil, molto usati per i cani e gatti ma estremamente tossici per i conigli. Se si possiedono anche altri animali, facciamo presente che il coniglio potrebbe venire intossicato anche dal contatto con altri soggetti ai quali sia stato applicato questo tipo di prodotto.
Come si somministrano gli antiparassitari spot on?
Generalmente il foglietto illustrativo riporta la tecnica corretta di somministrazione, spesso con immagini esplicative.
Come regola generale il prodotto deve essere depositato a contatto con la cute, pertanto va spostato il pelo in modo da evidenziare la pelle sottostante per applicare le gocce su di essa. La zona di scelta è l’area dietro la nuca, dove l’animale più difficilmente può arrivare a leccarsi. Naturalmente bisogna seguire attentamente le modalità d’uso e i tempi di intervallo tra una somministrazione e l’altra, in quanto dosi eccessive e il contatto con le mucose o con gli occhi possono causare spiacevoli effetti avversi, una regola valida per qualunque tipo di prodotto o farmaco.
Possono verificarsi effetti collaterali?
Di norma no, se si sceglie il prodotto adatto (registrato per il coniglio) e si seguono attentamente le istruzioni oppure se si osservano pedissequamente le indicazioni del veterinario nell’uso di altri antiparassitari fuori etichetta, a meno che non vi sia una sensibilizzazione del singolo animale al principio attivo o agli eccipienti. Qualora si presentassero controindicazioni come ad esempio arrossamento, prurito e anche dermatiti sulle aree venute in contatto col farmaco, è bene informare tempestivamente il veterinario curante.
Qualora l’applicazione dell’antiparassitario fosse avvenuta in maniera poco precisa e fossero state bagnate anche aree della cute a rischio di leccamento, potrebbe accadere che l’animale, toelettandosi, ingerisca piccole quantità di farmaco: le conseguenze potrebbero andare da lieve scialorrea autolimitante a forme neurologiche molto gravi, pertanto nel dubbio è sempre bene portare tempestivamente a visita l’animale.
In che periodo dell’anno vanno usati gli antiparassitari?
Se l’utilizzo è curativo, ovvero in presenza di parassitosi accertate, quando necessario. Di norma, gli antiparassitari a scopo preventivo si usano nella stagione calda, che peraltro anno dopo anno sembra allungarsi sempre di più. Nella pratica occorre tenere conto delle temperature esterne e agire di conseguenza. Non bisogna dimenticare, inoltre, che i parassiti esterni possono essere attivi anche quando fuori le temperature sono rigide, se si trovano in ambienti caldi e protetti come le cucce, le copertine e le lettiere ed in quel caso la stagione non conta più.
Articolo di Cristiano Papeschi