I cheloni, che per comodità suddividiamo in testuggini (specie con abitudini terricole o palustri) e tartarughe (specie marine), sono animali di grande fascino che appassionano ben oltre il limitato mondo del pet. Le circa 300 specie attualmente viventi popolano ogni angolo del pianeta, a esclusione delle regioni più gelide, e sono universalmente conosciute e quasi sempre apprezzate.
Zampe e pinne
Si dice che per distinguere facilmente testuggini e tartarughe basti guardare le zampe che, nelle specie marine, sono trasformate in pinne. Ma lo sapevate che esiste un’unica specie palustre dotata di pinne proprio come una tartaruga marina?
Si tratta di Carettochelys insculpta che vive nelle acque dolci e salmastre di Australia e Nuova Guinea, dove è stata casualmente scoperta nel 1886 (la prima descrizione scientifica, a opera di Ramsay, è dello stesso anno). Oltre alle pinne, questa testuggine ha la particolarità di avere un guscio morbido, simile al cuoio, e un naso che ricorda quello di un maiale, tant’è che nei paesi di lingua anglosassone è detta “pig-nosed turtle” (testuggine dal naso di porcello). La specie è inserita negli elenchi CITES ma è comunque commercializzata di rado, sia per il prezzo elevato, che per la mole: può infatti raggiungere i 60 cm di lunghezza del carapace e un peso di 20 kg e oltre.
Dimensioni da… record
Già che siamo in argomento lo sapevate che la tartaruga più grande del mondo è Dermochelys coriacea, detta tartaruga liuto, specie marina che può raggiungere i 200 kg di peso e i due metri di lunghezza? La più piccola invece è una testuggine terricola, Homopus signatus, a rischio estinzione, endemica del Sudafrica, accreditata di una lunghezza massima negli adulti tra gli 8 (maschi) e gli 11 cm, con un peso mai superiore ai 150 g, che nei maschi solo eccezionalmente si avvicina a un etto.
Matusalemme e dintorni
Le testuggini e le tartarughe sono, tra l’altro, simbolo di longevità. Quasi tutte possono vivere diverse decine di anni ed esistono alcune specie per le quali superare il secolo non rappresenta un evento eccezionale. Ma lo sapevate che una testuggine sarebbe vissuta addirittura per oltre 170 anni? Si tratta di Harriet, così era stata chiamata, una testuggine delle Galapagos morta in uno zoo australiano il 23 giugno 2006, a un’età stimata di circa 176 anni. Veniva definita la “Tartaruga di Darwin” perché si riteneva fosse una delle tre testuggini catturate dal biologo naturalista nel 1835 sulle isole Galapagos e portate in patria a bordo del brigantino Beagle. Recenti analisi genetiche hanno però chiarito che Harriet apparteneva a una sottospecie, Geochelone nigra porteri, che vive soltanto su un’isola delle Galapagos nella quale il naturalista inglese non era mai sbarcato. Anche se non si tratta di una prova definitiva (Harriet potrebbe essere stata trasportata da un’isola all’altra per sconosciute vicissitudini), questa scoperta ha tolto un po’ del suo fascino “alla matusalemme” delle testuggini. Sull’età c’è tuttavia ben poco da dubitare: la nostra – che peraltro per circa un secolo era stata ritenuta un maschio ed erroneamente chiamata Harry – è vissuta per 99 anni al City Botanic Gardens di Brisbane e negli ultimi 18 anni all’Australia Zoo, struttura privata sulla Sunshine Coast del Queensland, e prima di traslocare in Australia era stata a lungo allevata nel Regno Unito dove era arrivata giovanissima. La data presunta di nascita è addirittura il 1830.
Curiosando sul web si trovano citazioni ancora più clamorose: la Geochelone radiata chiamata Tu’i Malila sarebbe arrivata a 188 anni, mentre la Geochelone gigantea di nome Adwaita avrebbe addirittura raggiunto i 255 anni di vita. Gli individui sin qui citati appartengono tutti al gruppo delle cosiddette tartarughe giganti mentre l’età più ragguardevole di una testuggine di taglia normale spetterebbe alla Testudo graeca di nome Timothy, vissuta 165 anni. Capirete bene che con esistenze che superano ampiamente in anni la vita umana e senza documentazione inoppugnabile è difficile essere certi al 100% di simili eccezionali dati, tuttavia è scontato che la vita media delle testuggini, soprattutto in cattività, dove corrono meno pericoli, è notevolmente lunga: ad esempio tra i 60 e gli 80 anni per Testudo sp. e per Emys orbicularis, con casi – eccezionali ma non rarissimi – di individui che toccano e superano il secolo.
La lepre e la tartaruga
Nella favola di Esopo la tartaruga vince la corsa con la lepre solo perché quest’ultima se la prende comoda, convinta della propria velocità. Ma lo sapevate che le tartarughe sono spesso assai meno lente di quanto normalmente si creda? È stato calcolato che le testuggini terricole si muoverebbero a una velocità di circa 100 metri l’ora e in effetti è ben poco.
Alcune specie palustri sono tuttavia molto più rapide sia a terra che in acqua, nel nuoto. Le tartarughe marine nuotano tranquillamente al ritmo di 10 km/h con punte, negli scatti, persino di 25 km/h. Provateci voi, nuotando, ma anche camminando, poi ne riparliamo…
Sopravvissuti ai dinosauri
Lo sapevate che i cheloni sono comparsi sulla Terra nel Triassico superiore, circa 200 milioni di anni fa? L’aspetto dei più antichi resti fossili è più o meno quello delle specie odierne, a dimostrazione di un successo evolutivo che ha pochi eguali nella storia della vita sulla Terra. Tra l’altro sono sopravvissuti all’estinzione di massa dei dinosauri, alla fine del Mesozoico, circa 65 milioni di anni or sono.
Simbolismo
Lo sapevate che la tartaruga è protagonista di mitologie religiose, credenze popolari e infinite favole quasi in ogni cultura del mondo? Secondo un’antica cosmogonia rappresenta in sé il mondo intero: il guscio ricurvo simboleggerebbe la volta celeste e il suo corpo la terra. In un’altra sorregge uno o più elefanti, sul cui dorso è poggiata la Terra. Nel simbolismo del cristianesimo primitivo rappresentava invece lo spirito del male, ruolo che successivamente è passato al serpente tentatore. Presso i popoli orientali è considerata simbolo dell’amore carnale per via della veemenza dei maschi durante gli accoppiamenti. (Autore: Marco Raldi)