L’alimentazione dei pappagalli di taglia medio-grande dovrebbe variare a seconda dei periodi dell’anno e della vita che l’animale conduce. Di fatto bisognerebbe somministrare una dieta di base da integrare con variabili legate alle diverse condizioni di vita del momento.
Verso l’estate…
Per esempio per i pappagalli che vivono in coppie all’aperto e che stagionalmente si devono riprodurre, l’alimentazione base va integrata in modo specifico alla fine dell’inverno per predisporli alla riproduzione e all’allevamento dei piccoli. Durante lo svezzamento dei pulli, poi, deve essere particolarmente ricca e varia per permettere un corretto sviluppo della prole e nel periodo estivo deve prevedere molta frutta e verdura, mentre grassi e proteine vanno ridotti…
Per i soggetti pet che vivono in casa invece l’alimentazione varia molto meno perché anche il tipo di vita di questi animali subisce minori variazioni: nelle stagioni fredde c’è il riscaldamento, non mi manifesta lo stress da riproduzione né la necessità di molte proteine e grassi per svezzare i piccoli…
Il passaggio dalla dieta estiva a quella autunnale-invernale deve essere graduale e valutato in funzione dei singoli animali. A tutti i pappagalli, sia riproduttori che pet, in estate va somministrata molta frutta e verdura fresca, sia perché sono più propensi a consumarne quantità maggiori rispetto alle stagioni fredde, sia perché è necessario, con il caldo, ridurre gli alimenti troppo grassi (semi oleosi, eventuali pastoni ecc.).
Se partiamo da una dieta base di estrusi o pellettati di buona qualità, equilibrati e studiati per singole specie o per gruppi di specie, che offrono il vantaggio di fornire in una sola “crocchetta” tutti i nutrienti necessari, non dobbiamo però dimenticare che i pappagalli sono animali intelligenti e curiosi che amano la varietà di cibo (in natura quasi tutte le specie si nutrono di oltre 100 varietà di alimenti). Teniamo poi anche conto del fatto che lo sgusciare i semi e il rosicchiare frutti e bacche, sono sia un passatempo/gioco, sia un istinto naturale. Per questo chi utilizza come alimento base estrusi o pellettati, dovrebbe fornire anche un po’ di sementi. Ovviamente in estate il girasole, anche se molto amato, va ridotto al minimo perché grasso, ma altri alimenti oleosi possono comunque essere forniti perché ricchi di nutrienti importanti (noci, nocciole, macadamia). È solo questione di quantità e di tempi di somministrazione. In estate, oltre alla ciotola degli estrusi e/o pellettati (si possono mescolare e lasciare al pappagallo la scelta) sempre disponibili insieme all’acqua, sarebbe ideale fornire al mattino una ricca macedonia di frutta e verdura in modo che i nostri amici abbiano la giornata per rimpinzarsi di cibo fresco. A fine giornata, quando l’alimento fresco comincia ad appassire o a ossidarsi (mele, pere ecc.), si elimina l’avanzo e si fornisce una ciotola con semi con qualche gheriglio di noce o di macadamia. I semi più indicati solo scagliola, grano saraceno e piccole quantità di girasole bianco e striato piccolo. I pappagalli si nutriranno di questo cibo come ultima razione, per cui avranno tutta la notte per smaltirlo. L’allevatore attento sarà in grado di fornire razioni tali per cui la macedonia di alimenti freschi verrà consumata praticamente tutta prima della sua rimozione; stessa cosa dicasi per le sementi, che dovranno essere consumate quasi del tutto prima del riposo notturno, in modo che al mattino gli uccelli debbano nutrirsi con gli estrusi/pellettati in attesa della macedonia giornaliera.
Se invece si utilizza come base della dieta esclusivamente un mix di sementi secche è ancora più importate, in estate, fornire notevoli quantità di verdura e frutta in modo da ridurre il consumo di sementi grasse e oleose.
E incontro al freddo…
Il passaggio stagionale è importantissimo: si vanno gradualmente riducendo le porzioni di frutta e verdura, che comunque vanno sempre fornite. Questo comporta un equivalente maggior consumo da parte dei pappagalli dei cibi secchi che dovranno anche in questo caso essere ben dosati in funzione degli animali che li consumano. Tornando agli esempi iniziali, per pappagalli che vino in voliere esterne si aumentano proteine, grassi e zuccheri quanto più la stagione si fa fredda, mentre per i soggetti pet che vivono in casa le variazioni saranno più modeste.
Nel passaggio dalla stagione calda a quella autunnale-invernale entrano in gioco anche gli integratori idrosolubili. L’acqua fresca deve sempre essere a disposizione ma sarebbe importante abituare l’animale a berla anche se con gusti “strani”, cioè arricchita da integratori: infatti se non è abituato al fatto che l’acqua possa avere gusti diversi, quando abbiamo necessità di fargli bere integratori o medicinali c’è il rischio che, avvertendo un gusto strano, il pappagallo non si abbeveri o beva molto poco, vanificando il nostro proposito. Per questo è bene che durante tutto l’anno periodicamente si addizioni all’acqua qualcosa che abitui ai gusti diversi: con il caldo qualche goccia di aceto di mele in ogni abbeveratoio ha l’effetto di cambiare gusto all’acqua e di rallentarne la fermentazione; altrettanto fanno qualche goccia di limone o un po’ di spremuta di agrumi… Usare spesso integratori per i diversi periodi dell’anno (stimolanti per la riproduzione, rinforzanti per lo sviluppo dei pulli, antistress per il dopo-cova, regolatori metabolici ecc.) abitua gli uccelli a bere l’acqua comunque.
Un pappagallo che esce dalla stagione calda con un bel piumaggio, una buona forma fisica e senza troppo grasso sottopelle, potrà permettersi di ingrassare un po’ in autunno e affrontare poi la stagione fredda in perfetta forma. Questo ovviamente vale a maggior ragione per quei soggetti che dovranno poi affrontare temperature anche vicine o sotto lo zero.
Un ottimo modo per far sì che i pappagalli si “mettano in carne” senza che questo comporti scompensi epatici (cosa che avviene con l’eccesso di girasole) è quello di fornire nel passaggio stagionale, e poi nelle stagioni fredde, una integrazione alla dieta base fatta con cereali e legumi lessati (mais, orzo, grano saraceno, ceci, lenticchie, fagioli rossi, cannellini, soia). Questo mix può essere fornito inizialmente 1-2 giorni alla settimana e poi gradualmente diventare una razione quotidiana. Come dosi possiamo indicare in 3-4 cucchiai da cucina la razione per un’ara di grande taglia; in 2-3 quella per un cenerino o per un’ara di taglia media; in 2 cucchiai quella per un cacatua o un’amazzone. Questa indicazione tiene conto del fatto che ara e cenerini non hanno la tendenza a ingrassare troppo, cosa che invece hanno amazzoni e cacatua.
L’autore, per i propri pappagalli che vivono in esterno, utilizza come dieta base un mix di pellettato (40%) e semi (60%) dove aumenta e riduce stagionalmente la presenza di scagliola e girasole. In estate fornisce quotidianamente spiedini di frutta e verdura fresche che appende alle voliere; in autunno, con il cambio di stagione, comincia a ridurre la frutta e la verdura e aggiunge cereali e legumi lessati e pannocchie di mais ancora “lattigginose” (che produce in giardino).
Più la stagione fredda avanza e minore è infatti la razione di frutta fresca e verdure (che vengono consumate istintivamente in minori quantità rispetto alla stagione calda) che comunque l’autore fornisce come minimo 3 volte alla settimana. Bisogna aumentare inoltre gradualmente, fino a rendere quotidiana la somministrazione, cereali e legumi lessati. (Autore: Gianni Ravazzi)