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Musetto dolce, occhi sporgenti e pelliccia morbida: il petauro dello zucchero (Petaurus breviceps) è un piccolo mammifero da compagnia molto apprezzato, ma troppo spesso acquistato solo sulla base della simpatia che infonde il suo aspetto. Si tratta di un animale con esigenze specifiche che richiede molte attenzioni, per questo devi sapere quali indicazioni seguire per compiere una scelta consapevole e non azzardata.

A quale gruppo tassonomico appartiene e da dove proviene?

Nonostante l’aspetto, per il quale molti profani tendono ad associarlo ad uno scoiattolo, il petauro dello zucchero non è un roditore bensì un marsupiale. È un animale molto esotico poiché proviene dalle foreste pluviali costiere dell’Australia e della Nuova Guinea. Quest’area geografica si trova vicina all’equatore, pertanto, il clima è caldo e umido e le variazioni stagionali sono molto ridotte.

È un animale sociale?

Assolutamente sì! In natura vive in piccoli gruppi (fino a circa dieci individui). Trattandosi di un animale sociale che richiede la presenza e la vicinanza dei suoi consimili, non acquistarne mai uno solo perché soffrirebbe la solitudine nonostante le tue attenzioni.

Quanto può vivere?

In cattività, se ben tenuto, alimentato e seguito da un veterinario esperto, l’aspettativa di vita può superare anche di molto i 10 anni. Ovviamente, in natura il petauro raramente vive così a lungo con una media di 5-6 anni.

Il petauro vola?

Sì e no! Se ci aspettiamo un volo attivo (battendo le ali) come quello di uccelli e pipistrelli, la risposta è no. Il petauro è dotato di un patagio (una plica cutanea che parte dal polso e arriva alla caviglia) che lo rende un naturale e bravissimo paracadutista: è capace di planare anche per molti metri e questo gli consente di spostarsi anche per notevoli distanze. Devi sapere che è necessario mettere in condizione l’animale di fare dei piccoli voli quotidiani, offrendo una stanza priva di pericoli e nascondigli, ma dotata di un buon punto di lancio (ad es. una mensola o una libreria) dal quale partire. Da non dimenticare: le finestre vanno tenute ben chiuse altrimenti il petauro potrebbe volare fuori.

Come si distingue il maschio dalla femmina?

Il maschio possiede uno scroto piuttosto evidente anteriormente all’apertura della cloaca mentre la femmina è dotata di una fessura longitudinale (l’apertura del marsupio) più o meno a livello dell’ombelico. Negli adulti il sesso può essere facilmente distinto anche a prima vista: il maschio possiede una piccola area priva di peli e di forma romboidale sulla testa… si tratta di una ghiandola odorosa che è assente nella femmina.

Quale soggetto/i scegliere?

I petauri sono animali sociali, quindi (lo ripetiamo) meglio procedere all’acquisto di almeno una coppia. Due maschi o due femmine possono convivere tranquillamente tra loro mentre nel caso di due soggetti di sesso opposto bisogna tenere in considerazione che, prima o poi, si accoppieranno: se non si desidera avere cucciolate, meglio optare per la sterilizzazione. L’età ideale per l’acquisto è non prima delle 12 settimane di vita, poiché il petauro dovrà essere completamente svezzato e autosufficiente. Un giovane si ambienta meglio di un adulto.

Quale gabbia consigliare?

I petauri hanno bisogno di una gabbia che sviluppi principalmente in altezza, con pareti in grigliato per consentirgli di arrampicarsi, provvista di rami se possibile e dotata di più di un nascondiglio per riposare durante il giorno. Mangiatoia e beverino devono essere posizionati in alto per evitare che acqua e cibo vengano contaminati dalle deiezioni in caduta libera (il petauro non usa la cassettina igienica). Per quanto alta e spaziosa sia la gabbia (non vanno bene le gabbiette per roditori o quelle per conigli, meglio piuttosto una bella voliera ampia per uccelli), quotidianamente deve essergli concessa un po’ di libertà, possibilmente all’interno di una stanza “a prova di petauro”.

È un animale diurno o notturno?

È notturno. Questo significa che i momenti di maggiore attività iniziano con le ore serali. Il petauro può essere attivo e interagire anche di giorno, ma per un tempo limitato (di giorno solitamente dorme) e la luce forte lo disturba, pertanto sarebbe meglio che rimanesse sempre in penombra.

Cosa mangia?

Il petauro è onnivoro e mangia frutta fresca dolce (che rappresenta la maggior parte della dieta) e verdure, variando molto l’offerta, e una quota pari a un quarto della razione di proteine animali (insetti da pasto, carne magra cotta e scondita, uova sodo o tofu). A seconda del tipo di dieta, spesso si rende necessaria l’integrazione di calcio. Non devono essere mai somministrati zucchero e dolciumi, frutta secca o semi, frutta candita o sciroppata.

Come si riproduce?

La femmina e il maschio raggiungono la maturità sessuale dopo gli 8-10 mesi (la femmina è più precoce) e si accoppiano facilmente se lasciati insieme. In cattività si possono riprodurre per tutto l’anno e il calore si presenta all’incirca ogni mese. I piccoli (2-3 per parto) nascono dopo una gestazione media di 16 giorni ma, in questo momento, sono ancora dei feti non del tutto sviluppati: il piccolo appena partorito raggiungerà autonomamente il marsupio e si attaccherà ad uno dei capezzoli presenti al suo interno. Rimarrà nel marsupio per altri 70 giorni circa dopodiché sarà costretto ad uscire e a quel punto sarà già un petaurino bello grosso e pronto ad affrontare la vita (ma avrà bisogno della madre ancora per un po’).

Articolo di Cristiano Papeschi

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